Il SISTRI, sistema di tracciabilità informatico dei rifiuti, è stato soppresso a partire dal 1 gennaio 2019 con la legge dell’11 febbraio 2019 insieme all’ obbligo di versare i contributi, nonostante non sia mai entrato regolarmente in funzione. Al suo posto è stato introdotto il Registro Elettronico Nazionale per la tracciabilità dei rifiuti (REN), gestito direttamente dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Si tratta di un sistema di tracciabilità informatico introdotto per il controllo del trasporto dei rifiuti pericolosi, per il quale si attende ancora l’emanazione del decreto di attuazione per la definizione delle modalità di iscrizione e di funzionamento.
Dunque vediamo nel dettaglio in cosa consiste tale novità e quali soggetti riguarda.
Secondo le prime indiscrezioni, i soggetti obbligati ad aderire al nuovo sistema di tracciabilità elettronica sono:
Dal 1 gennaio 2019 e fino alla piena operatività del sistema vige il regime transitorio, che garantisce la tracciabilità attraverso gli adempimenti di cui agli artt. 188-189-190 e 193 del d.lgs. 152/2006 ( la tenuta e la compilazione dei registri di carico e scarico, dei formulari di identificazione dei rifiuti (FIR), e la trasmissione annuale del MUD ). Tuttavia rimane valida la possibilità, prevista dall’articolo 194-bis del D.lgs. 152/2006, di compilare e tenere registro di carico e scarico e formulari anche in formato digitale
Un passo importante è la previsione del versamento di un diritto di segreteria e di un contributo annuale, da aggiornare ogni 3 anni al fine di garantire la copertura dei costi di funzionamento.
Concludendo, la violazione dell’obbligo di iscrizione, il mancato o parziale versamento del contributo saranno soggette a sanzioni amministrative pecuniarie determinate sempre dal futuro decreto.
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